Il posizionamento organico è essenziale per tutte le aziende con una presenza sul web e ora ti spieghiamo come effettuare con successo un audit SEO in 4 passi. Non mentiremo, l’esercizio può essere noioso, ed è per questo che molte aziende non esitano a rivolgersi a consulenti SEO come Keyweo. L’esecuzione di un buon audit richiede, infatti, la verifica e l’analisi meticolosa di una serie di punti per individuare le possibili ottimizzazioni di un sito.
Che cos’è un audit SEO?
Sono molti i criteri che entrano in gioco quando un bot di un motore di ricerca come Google scansiona le pagine del tuo sito e decide – o meno – di indicizzarle.
Un audit SEO ti aiuterà a massimizzare le possibilità di migliorare il posizionamento del tuo sito web, esaminando questi criteri punto per punto. Poiché le tecniche SEO sono in continua evoluzione, un audit di qualità ti aiuterà a identificare i problemi o le possibili ottimizzazioni, migliorando così la visibilità di un sito sui motori di ricerca. Abbiamo quindi preparato una guida per sapere come eseguire un audit SEO in 4 passi.
#1 Parole chiave e concorrenza
Il primo passo di un audit SEO consiste nell’esaminare le parole chiave su cui il sito è posizionato. Analizza il comportamento dei visitatori del sito e trai le conclusioni. È necessario verificare se sono in linea con il contenuto e il tema generale del sito.
L’esecuzione di questo audit ti permetterà di sapere se le parole chiave scelte all’inizio sono quelle giuste, se sarà necessario cambiarle o trovarne di nuove. Per determinare la pertinenza delle parole chiave è necessario verificare diversi aspetti. Ovviamente, devono essere correlate alla tematica di attività del sito. Ma anche e soprattutto è necessario assicurarsi che siano accessibili.
È qui che entra in gioco l’audit della concorrenza, anche sulle parole chiave. L’ideale è fare un mix di parole chiave con valore più o meno competitivo. Concentrarsi sulle cosiddette parole chiave “front-end”, come “camicia blu”, può portare rapidamente dei risultati. Tuttavia, le parole chiave con poca concorrenza, note come “long tail”, consentono di rivolgersi esattamente all’utente internet giusto, aumentando così le possibilità di conversione, come nel caso di “camicia blu turchese da uomo”. Per un posizionamento ottimale e duraturo, la cosa migliore è alternare l’utilizzo di parole molto, mediamente e poco competitive.
Puoi anche osservare la concorrenza. La scelta delle parole chiave ti permetterà di determinare chi sono i tuoi concorrenti e come sono posizionati. Approfittane per analizzare la loro strategia di netlinking e vedere quali contenuti offrono la migliore indicizzazione. Inoltre, un buon audit della concorrenza ti permetterà di individuare nuove possibili leve per ottimizzare al massimo la tua strategia SEO.
#2 L’audit tecnico
L’audit della parte tecnica di un sito permette di avere una visione globale delle sue fondamenta. Il sito deve essere accessibile tanto agli utenti di internet quanto ai motori di ricerca e il suo codice deve essere di buona qualità. In effetti, bisogna tenere presente che è necessario rendere il più semplice possibile la “lettura” del sito da parte di Google. A tal fine, ecco i principali punti tecnici da controllare quando si effettua un audit SEO.
Velocità di caricamento del sito
L’ideale sarebbe ottenere un tempo di caricamento di 1 secondo. In pratica, purtroppo, è difficile da raggiungere. Per questo motivo il limite massimo da raggiungere è stimato in 3 secondi. Infatti, uno studio di Google dimostra che il 53% degli utenti di internet abbandona una pagina che richiede più di 3 secondi per essere caricata. Pertanto, per evitare di avere un’elevata frequenza di rimbalzo e per soddisfare il più possibile i motori di ricerca, assicurati che le pagine del tuo sito si carichino il più rapidamente possibile.
Compatibilità con i dispositivi mobili
Qualunque sia il dispositivo da cui si visita un sito, questo deve essere “responsive”, cioè compatibile. Sappiamo che il 54% delle ricerche viene effettuato su telefoni cellulari. Questa cifra tende ad aumentare. Google lo sa bene e per questo la compatibilità è diventata uno dei principali elementi per ottenere un buon posizionamento organico. Garantire che il tuo sito sia accessibile da qualsiasi dispositivo ti consentirà di essere apprezzato non solo dai motori di ricerca, ma anche dai numerosi utenti mobili.
La sicurezza
I motori di ricerca pensano alla sicurezza degli utenti di internet e il tuo sito deve essere protetto dal protocollo https. Questa semplice installazione è indispensabile, soprattutto sui siti di e-commerce. Si tratta soprattutto di rassicurare l’internauta che, nel caso di questo tipo di siti, dovrà inserire le proprie coordinate bancarie. Il protocollo https, quindi, non solo garantisce un migliore posizionamento, ma anche una maggiore probabilità che la visita si traduca in un acquisto.
Errori e reindirizzamenti
Probabilmente ti è già capitato di trovarti di fronte a un errore 404. Si tratta semplicemente di una pagina non trovata all’indirizzo indicato dal server. Ai motori di ricerca non piacciono gli errori 404, quindi assicurati che il sito che stai controllando non ne abbia. Inoltre, è preferibile che la pagina di errore 404 sia personalizzata e specifica per un sito web.
I redirect 301 e 302, come suggerisce il nome, reindirizzano a un’altra URL. Uno è permanente (il 301) e l’altro temporaneo (il 302). Il 301 è quello che viene e dovrebbe essere utilizzato nella stragrande maggioranza dei casi. Tuttavia, alcune eccezioni, come i contenuti temporaneamente non disponibili, tendono a favorire l’uso dei redirect 302.
Indicizzazione della pagina
Una semplice formula ti darà un’idea del numero di pagine indicizzate da Google. Basta digitare “site:yoursite.com” nella barra di ricerca e confrontare il numero di risultati con quelli elencati durante il crawling. Se il divario tra le pagine esistenti e quelle indicizzate è troppo grande, probabilmente c’è un problema. Occorre quindi verificare che le pagine non indicizzate dai bot non siano rilevanti o, nel caso opposto, ottimizzare le pagine mancanti e chiedere a Google di riesaminarle.
Il file Robots.txt
Il file Robots.txt rappresenta le indicazioni fornite ai robot di Google. Per verificarne la presenza, basta aggiungere /robots.txt alla fine del proprio dominio.
Non è obbligatorio e, nel caso in cui un sito ne sia sprovvisto, i robot esamineranno tutte le URL che riescono a trovare. Questo file è in realtà più utile per bloccare l’accesso a determinate pagine. Al file va aggiunta la dicitura “Disallow: /” seguita dal contenuto desiderato.
La Sitemap
La mappa del sito contiene tutti gli indirizzi da indicizzare per i motori di ricerca. Fornisce ai robot informazioni aggiuntive sulle URL di un sito. Presta però attenzione alla dimensione della Sitemap, che non deve superare i 50 MB. Inoltre, cerca di evitare di aggiungere URL che non ritieni valgano la pena di essere esaminate dai motori di ricerca.
URL
Mantíeni le URL brevi ed evita un’eccessiva ottimizzazione delle parole chiave. Google si accorge subito quando le URL sono sovra-ottimizzate e non gradisce che siano troppo lunghe. Assicurati quindi che le tue URL siano pulite e concise, senza sovraccarichi di parole chiave.
L’architettura
Assicurati che il tuo sito abbia un’architettura coerente con la struttura delle URL. Quest’ultima deve soddisfare sia i visitatori che i bot. Ricorda anche di controllare la profondità delle pagine del sito che stai verificando. Non deve essere superiore a 3. Ovvero, più di 3 clic dalla home page.
#3 Contenuto
Il contenuto di un sito è essenziale. È uno dei pilastri essenziali per un buon posizionamento organico. Per ottimizzarlo in modo intelligente, è indispensabile pensare innanzitutto ai visitatori. Google indicizza meglio i siti che considera più rilevanti per gli utenti di internet. Oltre a garantire la fluidità dei contenuti e il loro aspetto naturale, è necessario rispettare alcune regole SEO.
Tag del titolo e della meta-descrizione
Tutte le pagine del sito sottoposto a verifica devono avere un tag Title composto dalle tue parole chiave. Il titolo deve rappresentare il più possibile il contenuto della pagina. È una leva essenziale per il posizionamento delle pagine di un sito. I tag Title non devono essere duplicati sul sito e la loro lunghezza ideale non deve superare i 65 caratteri. Pensa in modo chiaro e conciso. I tag Meta Description possono avere una lunghezza massima di 160 caratteri prima di essere troncati. Si tratta di un riassunto del contenuto complessivo di una pagina. Assicurati che includano le parole chiave, le quali saranno visualizzate in grassetto e guideranno gli utenti di internet durante la loro ricerca.
La struttura
Ogni pagina deve avere un unico tag H1, corrispondente al titolo principale del contenuto. L’aggiunta di titoli (H2, H3, H4…) consente di strutturare il testo e di stabilire una gerarchia dei contenuti sia per i motori di ricerca che per gli utenti di Internet. Inoltre, l’intero testo deve essere ottimizzato, soprattutto grazie alle “zone calde”. Le posizioni strategiche consentono di evidenziare le parole chiave relative a un contenuto. Queste dovrebbero essere collocate all’inizio del paragrafo e si può aggiungere il tag per dare valore alle parole chiave o alle espressioni.
La qualità del contenuto
Il contenuto deve essere pertinente e utile per i visitatori. Deve rispondere chiaramente a una o più domande. Tieni presente che Google tiene traccia del tema principale di un sito. Le tue pagine devono essere correlate a questo tema. Infine, correggi le bozze! Gli errori di ortografia devono essere evitati. Inoltre, i bot tengono d’occhio anche la lunghezza dei contenuti. Questa regola può variare e si adatta all’argomento di un sito. Tuttavia, per essere ben ottimizzato nella maggior parte dei casi, il testo deve essere lungo almeno 300 parole. Infine, il contenuto di una pagina deve essere ricco. Il suo campo lessicale deve essere vario, bisogna saper usare sinonimi e parole correlate!
Le immagini
L’inserimento di media come le immagini aggiunge valore al contenuto di un sito. È questo che permette di considerarlo ricco agli occhi dei motori di ricerca. E anche le immagini possono essere ottimizzate! Ad esempio con i tag ALT che permettono ai robot di “leggere” le immagini di un sito. Devono spiegare cosa rappresenta un’immagine ed essere correlati al contenuto della pagina. Ogni immagine di un sito deve avere un tag ALT compilato. Oltre alla sua utilità per i bot, il tag ALT viene scritto quando un’immagine non viene visualizzata e viene letto anche dagli utenti internet ipovedenti e non vedenti. Infine, la dimensione delle immagini corrisponde a un peso sulla pagina, che può contribuire alla lentezza di un sito. Assicurati che le tue immagini siano tutte ottimizzate per massimizzare le possibilità di una buona SEO.
#4 Le Netlinking
Agli occhi dei motori di ricerca, il netlinking consente di valutare la legittimità, la rilevanza e la popolarità di un sito. Per questo motivo deve essere preso sul serio e lavorato meticolosamente. L’ideale è riuscire a ricevere più link in entrata di qualità che di quantità, per stabilire la propria credibilità agli occhi dei robot. Durante il tuo audit SEO, dovrai controllare diversi aspetti della strategia di netlinking in atto:
- Il linking interno, cioè i link all’interno del sito, da una pagina all’altra.
- La diversità dei testi di ancoraggio: sono le aree cliccabili dei link. Non devono essere eccessivamente ottimizzati.
- La distribuzione dei Do e dei No Follow: assicurano che l’autorità sia trasmessa correttamente.
- Il numero di domini di riferimento: è meglio avere 10 link in entrata da 10 domini diversi che cento link da un unico dominio.
- Il Trust Flow rispetto al Citation Flow.
Quest’ultima parte è particolarmente importante durante un audit SEO. Si tratta di confrontare la qualità dei backlinks con la quantità. L’indice Citation Flow fornito da Majestic indica il numero di link che un sito riceve. Mentre il Trust Flow rappresenta la qualità dei link che un sito riceve, in particolare per quanto riguarda la fiducia attribuita al dominio di riferimento.
Questi due indicatori utilizzano un punteggio da 0 a 100. L’ideale è avere un rapporto Trust Flow/Citation Flow pari ad almeno 1.
Quali strumenti devo utilizzare per effettuare l’audit SEO?
Per realizzare un audit SEO in 4 fasi, molti strumenti possono diventare veri e propri alleati. Ogni consulente ha le sue preferenze, ed ecco alcuni degli strumenti più utilizzati nel settore.
Strumenti di analisi generale
Probabilmente lo strumento SEO più famoso, Screaming Frog SEO consente di effettuare il crawling di un intero sito e di avere una visione complessiva della sua struttura. Ti permette di vedere tutti i tag di un sito, le sue URLs, la sua Sitemap, gli errori e i reindirizzamenti… Un vero e proprio coltellino svizzero della SEO.
Google Search Console offre una visione globale di un sito. A colpo d’occhio, potrai scoprire, ad esempio, se il sito sottoposto a verifica presenta problemi, ottenere dati relativi alle visite o conoscere il tuo posizionamento rispetto a una parola chiave. Search Console è uno dei tuoi migliori alleati.
Google Analytics è una miniera di informazioni e dati sulle prestazioni di un sito, ma soprattutto sul comportamento dei visitatori. Il servizio è gratuito e ti fornirà un’analisi completa del tuo pubblico.
Strumenti per l’audit delle parole chiave
Un altro strumento prezioso per condurre un audit SEO è Yooda Insight. Ti permetterà di studiare la concorrenza oltre al posizionamento delle parole chiave. Il suo principale concorrente è SEMrush.
Google Ads è particolarmente utilizzato per le campagne SEA, ma potrai utilizzarlo per verificare e scegliere le tue parole chiave.
Anche Ubersuggest è uno strumento che fornisce una stima del CPC delle parole chiave e ti dà un’idea approssimativa della concorrenza per queste parole chiave.
Answer The Public permette di generare le domande che gli utenti di internet pongono su un determinato tema. Può guidarti nella creazione o nell’ottimizzazione dei contenuti.
Per il tuo audit tecnico
Google Mobile Friendly Check ti mostra in 2 click se le pagine del sito che stai verificando sono responsive o se devi lavorare su questo aspetto.
Per quanto riguarda la qualità del codice, puoi semplicemente inserire il dominio del sito nel W3C validator, il quale ti fornirà tutti i possibili errori e ottimizzazioni.
Google PageSpeed Insights ti dirà quanto tempo impiegano le pagine del tuo sito a caricarsi.
Per il netlinking
Uno degli strumenti più importanti per condurre un audit SEO è Majestic. Sarà particolarmente utile per impostare la tua strategia di link building e ti aiuterà a confrontarti con la concorrenza. Il suo algoritmo determina i famosi Trust Flow e Citation Flow di cui sopra.
Ahrefs è molto completo e può essere utilizzato per verificare molteplici aspetti. Tuttavia, è particolarmente utilizzato per l’analisi dei backlinks. Può anche analizzare i testi di ancoraggio e analizzare tutti i link in entrata di un sito.
Ora hai tutte le chiavi per eseguire un audit SEO in 4 passi. Avvia il crawling del tuo sito con Screaming Frog e inizia l’analisi! L’esecuzione di un audit dettagliato richiederà sicuramente del tempo, ma non dimenticare che i benefici possono essere notevoli!